Tarquinia è definita la San Gimignano del Lazio, ma se si considerano le sue 18 torri superstiti (a San Gimignano sono 16) si potrebbe anche parlare di una Manhattan del Medioevo. Il suggestivo skyline si intravede percorrendo l’Aurelia nuova, ma se si vuole avere un colpo d’occhio più suggestivo, evitando la conurbazione a ovest, si deve imboccare poco più a nord l’Aurelia vecchia, che sale verso il centro storico. La vista più bella si ha infatti scollinando nella campagna retrostante, dove scorre il fiume Marta. Possiamo a questo punto entrare a Tarquinia dal tratto più integro delle mura antiche, di lato alle absidi della meravigliosa chiesa romanica di Santa Maria di Castello, dove si apre la porta che conduce alla straordinaria via di porta Castello. Procedendo sulla via delle Torri, si entra nel cuore del tessuto medievale, con il quale solo Viterbo gareggia in bellezza e integrità, tra filari di antiche torri, chiese romanico-gotiche e palazzi rinascimentali.
Se si continua verso est, lungo il crinale della collina dei Monterozzi, si compie un viaggio a ritroso nella storia, verso la gloriosa epoca etrusca, dove sorgeva la vera Tarquinia. L’antico abitato etrusco-romano si trovava infatti a pochi chilometri di distanza, sul pianoro (Pian) di Civita, e l’attuale Tarquinia, originariamente Corneto, fu fondata intorno al VII secolo sul colle contiguo. Il prestigio e la potenza dell’antica Tarquinia sono noti grazie alla dinastia dei Tarquini, che regnò su Roma fino al 510 a.C., e risulta del tutto evidente dallo splendore delle necropoli, soprattutto quella di Monterozzi che, insieme alla Banditaccia di Cerveteri, è stata nominata sito Unesco, grazie alle prime tombe a camera e alle preziose tombe dipinte.
Tarquinia, secondo Cicerone, sarebbe stata la prima scaturigine per Roma di un “fiume impetuoso di arti e scienze” grazie alla figura di Demerato di Corinto. Questi era un notabile greco del VII secolo a.C. che, stanco della tirannide che opprimeva la sua città, si rifugio a Tarquinia recando con sé ricchezze e, secondo Plinio il Vecchio, straordinari artisti. Concordano molte fonti sul fatto che suo figlio Lucumone divenne Tarquinio Prisco, il primo dei tre re Tarquini. Sono suggestivi anche i resti archeologici dell’antico porto etrusco e della colonia di Gravisca e le atmosfere rarefatte delle Saline, dove il silenzio e la stasi sono violati soltanto dalla ricca e magnifica avifauna.
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